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Sei strade per il decreto lavoro

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Sei direzioni d’intervento per il decreto lavoro. Misure sociali, tra cui l’abrogazione del reddito di cittadinanza sostituito dal nuovo assegno d’inclusione; misure sulla sicurezza lavoro, tra cui l’introduzione di un’indennità ai familiari di studenti vittime; misure per ridurre il cuneo ai dipendenti, tra cui l’aumento del 4% della riduzione contributiva nel secondo semestre 2023; misure sui rapporti di lavoro, tra cui la parziale liberalizzazione dei rapporti a termine; misure previdenziali, tra cui la sanatoria a favore di chi abbia perso contributi con una rottamazione cartelle; e, infine, misure assistenziali con modifiche all’assegno unico e universale. Le novità sono previste dal ddl di conversione del dl 48/2023 , su cui oggi l’Aula della camera voterà la fiducia.

Inclusione sociale e lavoratori. Il decreto si muove su sei direzioni (si veda tabella) prima delle quali l’ambito dell’inclusione sociale e lavorativa dei cittadini. La principale misura è la riforma del Rdc: resta in vigore fino a fine anno, per poi essere sostituito dal nuovo assegno d’inclusione. La riforma è anticipata, in parte, dall’introduzione della nuova misura «supporto per la formazione e lavoro», al via dal 1° settembre.

Sicurezza lavoro. Gli interventi principali riguardano il settore scolastico con due novità: previsione, con effetto retroattivo dal 2018, di una indennità ai familiari degli studenti deceduti in attività formative; l’estensione della tutela assicurativa Inail agli studenti e al personale del sistema d’istruzione e formazione, per rendere più equilibrate le situazioni degli alunni e dei docenti rispetto alle tutele sulla sicurezza sul lavoro.

Riduzione del cuneo. Due le misure più pesanti: l’aumento del 4% dell’esonero contributivo nel secondo semestre 2023 già operativo l’anno scorso e prorogato al 2023 dalla legge bilancio; l’innalzamento a 3.000 dell’esenzione da Fisco e contributi, a favore dei lavoratori con figli, dei fringe benefit. Si ricorda che l’esonero opera con due misure e due limiti di retribuzione: 3% se la retribuzione non supera 1.923 euro mensili (25.000 euro annui); 2% se supera 1.923 ma non 2.692 euro (35mila euro annui). Dal 1° luglio al 31 dicembre 2023, l’esonero aumenta del 4% in entrambi i casi.

Rapporti a termine più liberi. Sui rapporti di lavoro, le principali novità sono tre: semplificazione del Libretto Famiglia (ex voucher, si acquisterà dal tabaccaio); semplificazione dell’obbligo d’informazione sui rapporti di lavoro; liberalizzazione, fino a 12 mesi, del contratto a termine. Quella del lavoro a termine, si ricorda, si aggiunge alla riforma delle «causali» che, sempre il dl 48/2023 , ne ha limitato la necessità per giustificare un termine superiore a 12 mesi e fino 24 mesi.

Sanatoria per le rottamazioni cartelle. Due le novità in materia contributiva: la sanatoria per la rottamazione cartelle e la previsione di una sanzione proporzionale per l’omesso versamento delle trattenute contributive operate dai datori di lavoro. Con la prima misura commercianti, artigiani, lavoratori autonomi agricoli e lavoratori iscritti alla gestione separata (parasubordinati) potranno richiedere il riconteggio dei debiti cancellati con le rottamazioni 2018 e 2023.

Con la seconda novità non si paga più la sanzione tra 10 mila e 50 mila euro, ma da una volta e mezza a quattro volte l’importo omesso, in caso di omesso versamento di ritenute operate ai lavoratori.

Assegno unico e universale. L’ultima direttrice conduce alla novità della maggiorazione dell’AUU per i casi in cui entrambi i genitori siano titolari di reddito da lavoro, che viene estesa ai casi in cui vi sia un solo genitore lavoratore e l’altro sia deceduto.

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