Diritto del dipendente a visionare la relazione investigativa che ha portato al licenziamento
Il Garante per la Protezione dei dati personali – con Newsletter dell’11 settembre 2023, n. 509 – ha ribadito che il lavoratore ha diritto ad avere accesso ai propri dati personali, compresi quelli contenuti nella relazione dell’agenzia investigativa incaricata dall’azienda di raccogliere informazioni sul suo conto.
Nel caso in specie, un dipendente, in seguito al ricevimento di una contestazione disciplinare, contenente precisi riferimenti a presunte attività extra lavorative, e successivo licenziamento, aveva richiesto di accedere ai propri dati personali, senza ottenere, tuttavia, completo riscontro da parte del datore di lavoro.
Al riguardo, il Garante Privacy ha stabilito che l’azienda aveva l’obbligo di fornire al lavoratore tutti i dati raccolti con la relazione investigativa, anche quelli non direttamente menzionati nella contestazione disciplinare, come, ad esempio, fotografie, rilevazioni Gps, descrizioni di luoghi, ecc. In questo modo, il dipendente avrebbe avuto a disposizione tutte le informazioni utili ai fini dell’esercizio del diritto di difesa.
Pertanto, in considerazione del fatto che il titolare del trattamento è tenuto a fornire l’accesso ai dati personali dell’interessato in forma completa e aggiornata, il Garante ha irrogato all’azienda una sanzione pari ad € 10.000.