Codice della crisi d’impresa: in Consiglio dei ministri le modifiche
In data 4 settembre 2024, il Consiglio dei Ministri n. 93 ha approvato, in esame definitivo, il decreto legislativo recante “Disposizioni integrative e correttive al Codice della crisi d’impresa e dell’insolvenza di cui al decreto legislativo 12 gennaio 2019, n. 14 ”.
Tra gli aspetti più rilevanti, si prevede che l’accesso all’istituto della composizione negoziata può avvenire, indifferentemente, quando l’impresa è in crisi, quando è insolvente, o anche in presenza solo di uno squilibrio patrimoniale o economico-finanziario, diversamente da quanto previsto dagli strumenti di regolazione della crisi.
Per superare i dubbi sollevati da alcune pronunce della giurisprudenza, viene precisato che, quando pende una domanda di liquidazione giudiziale proposta da un creditore, dal PM o dagli organi e le autorità amministrative che hanno funzioni di controllo e di vigilanza sull’impresa non c’è la preclusione alla possibilità di accesso alla composizione negoziata.
L’impresa sarà tenuta a dichiarare se pendono ricorsi e resta confermata la necessità che l’imprenditore, nell’accedere alla composizione, deve attestare di non aver depositato domanda di accesso a uno strumento di regolazione della crisi o dell’insolvenza.
Viene posta a “regime” la possibilità di presentare autocertificazioni sui debiti tributari e previdenziali quali allegati alla domanda di nomina dell’esperto. Si tratta della soluzione che era stata introdotta provvisoriamente nel 2023 per sopperire alle lunghe tempistiche spesso necessarie per ottenere tale documentazione dagli enti tenuti a rilasciarla. Con la soluzione individuata possono essere superati i ritardi nell’accesso alla composizione dovuti a tali problematiche, migliorando le possibilità di risanamento delle imprese.