Critiche pubbliche e legittimità licenziamento
La Cassazione – con sentenza del 13 ottobre 2021, n. 27939 – ha ritenuto legittimo il licenziamento per giusta causa intimato al dipendente che, in un post pubblicato su Facebook, critica aspramente i suoi diretti superiori ed i vertici aziendali.
Al riguardo, la Suprema Corte ha ricordato che nell’ambito del rapporto di lavoro subordinato, la nozione di insubordinazione non può essere limitata al rifiuto del lavoratore di adempiere alle disposizioni dei superiori, implicando necessariamente anche qualsiasi altro comportamento atto a pregiudicare l’esecuzione ed il corretto svolgimento di dette disposizioni nel quadro della organizzazione aziendale.
Al riguardo, è opportuno ricordare che gli artt. 2104 e 2015 cod. civ. prescrivono rispettivamente l’obbligo di diligenza e di fedeltà cui il lavoratore deve uniformarsi nello svolgimento delle sue mansioni.
La violazione dei suddetti obblighi attuata dal lavoratore che svolge la sua attività in contrasto agli stessi può comportare la causazione di danni patrimoniali al datore di lavoro.
Al contempo, l’art. 2016 c.c. (rubricato “Sanzioni disciplinari”) recita “L’inosservanza delle disposizioni contenute nei due articoli precedenti può dar luogo all’applicazione di sanzioni disciplinari, secondo la gravità dell’infrazione”.