Illegittimo perché discriminatorio il licenziamento dopo un lungo periodo di malattia
La Cassazione Civile, Sezione Lavoro, con sentenza 12 novembre 2019, n. 29289, ha annullato, in quanto discriminatorio, il licenziamento adottato nei confronti del dipendente, dovendosi ritenere, in base alla Direttiva Europea 2000/78/CE, che la malattia, se di lunga durata e se incidente sull’integrazione socio-lavorativa del soggetto, può essere considerata come disabilità e che è onere del lavoratore allegare e provare il fattore di rischio, il trattamento subito ritenuto discriminatorio, il miglior trattamento attuato nei confronti dei lavoratori in posizione equiparabile alla sua, deducendo una correlazione significativa fra questi 3 elementi in termini di verosimiglianza della discriminazione, mentre è onere del datore di lavoro dedurre e provare circostanze non equivoche, idonee ad escludere, con precisione, gravità e concordanza di significato, la natura discriminatoria del recesso in quanto dimostrative di una scelta che sarebbe stata operata con i medesimi parametri nei confronti di qualsiasi lavoratore privo del fattore di rischio e dunque non disabile, che si fosse trovato della stessa posizione della ricorrente.