Prestazione di natura intellettuale: elementi sussidiari per verificare l’eterodirezione
La Cassazione Civile, Sezione Lavoro, con ordinanza 20 settembre 2019, n. 23520, ha stabilito che in caso di prestazioni che, per la loro natura intellettuale, mal si adattano a essere eseguite sotto la direzione continua del datore di lavoro, ai fini della qualificazione del rapporto come subordinato o autonomo, l’assoggettamento del lavoratore al potere organizzativo del datore di lavoro deve essere verificato mediante il ricorso a elementi sussidiari (e ulteriori, quindi, rispetto al criterio della direzione), che il giudice di merito deve individuare attribuendo prevalenza ai dati fattuali emergenti dal concreto svolgimento del rapporto. Nel caso di specie la Cassazione ha confermato la sentenza della Corte d’Appello che aveva riconosciuto la natura subordinata del rapporto di lavoro intercorso tra una dottoressa e un istituto ospedaliero, formalmente regolato da una serie di contratti di collaborazione autonoma, per lo svolgimento di attività di medico ospedaliero.