Quota 103, presentate soltanto 1.600 domande
Il recente «giro di vite» legislativo sul ritiro anticipato dal lavoro mostra i suoi primi effetti, nel nostro Paese: ad oggi, infatti, ammontano a circa 1.600 le domande di adesione alla cosiddetta Quota 103 (frutto della somma fra 62 anni di età e 41 di contributi), un numero risicato, anche in virtù della «scarsa convenienza del calcolo contributivo» del trattamento che si andrà ad incassare.
E, se si guarda all’impiego di forme di previdenza complementare, «è evidente» che gli occupati che vi aderiscono «non hanno problemi di superamento della soglia prevista per il pensionamento all’età di vecchiaia», mentre sarebbe «diverso il discorso», qualora le rendite integrative potessero essere usate per il raggiungimento dell’importo soglia fissato per la prestazione di vecchiaia anticipata all’età di 64 anni e con almeno 20 anni di versamenti.
È quel che ha espresso ieri mattina il presidente dell’Inps Gabriele Fava, partecipando all’audizione nelle commissioni Bilancio di Camera e Senato sulla Legge di Bilancio, occasione per accendere i riflettori pure sulle difficoltà di applicazione della decontribuzione della quota dei contributi a carico delle lavoratrici madri di due, o più figli alla componente autonoma: se, infatti, recita la memoria consegnata in Parlamento, nel successivo decreto ministeriale attuativo «potrebbe agevolmente essere previsto il limite di reddito mensile per permettere la corretta individuazione della platea» delle addette subordinate beneficiarie dello sgravio, per chi esercita l’attività in forma indipendente permane la complessità di «verificare preventivamente nell’anno in corso il reddito da lavoro percepito ai fini della quantificazione dell’ammontare del bonus spettante».
A giudizio della guida dell’Istituto di previdenza pubblico, infine, per rivitalizzare il nostro mercato e fornire una «concreta risposta ai bisogni delle imprese, sarebbe auspicabile» il ricorso alle agenzie per il lavoro private nel reclutamento e, a seguire, nella collocazione di occupati stranieri nelle proprie aziende clienti.